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L’Italia è un Paese per vecchi

Noi Giovani siamo il vero ammortizzatore sociale di questo Paese: su di noi sono state scaricate per troppo tempo le emergenze del presente. Una classe dirigente incapace di guardare a coloro che verranno dopo, a Noi Giovani, all’Italia di domani, è una classe dirigente incapace di dare futuro al Paese.

L’Italia, molto più degli altri Paesi a economia di mercato, ha finanziato per decenni il funzionamento della propria macchina statale contraendo un debito continuo, ovvero scaricando su chi è venuto dopo la responsabilità di ripagare i creditori. La stessa cosa avviene anche adesso: politiche sociali, economiche e industriali vengono adottate con il mero orizzonte temporale della contingenza, per sanare le emergenze, senza prenderne in considerazione il costo per le generazioni future. È stato ed è così con le pensioni, con il mercato del lavoro, con l’istruzione.

Incolpano la crisi, l’Europa, l’euro, i tempi che corrono. Dovrebbero incolpare loro stessi. Perché biasimarli? In fondo, hanno costruito un Paese a loro immagine e somiglianza: l’Italia è un Paese per vecchi.

Tra Seconda e Terza Repubblica

Oggi la Seconda Repubblica è in fase di decomposizione e i politici italiani, per prepararsi allo smottamento che avverrà con l’arrivo della Terza, hanno iniziato a riempirsi la bocca con parole come cambiamento, nuova classe dirigente, ricambio generazionale: in una parola, ‘giovani’.

Ma si può davvero credere che chi ha detenuto saldamente il potere amministrandolo in modo disastroso negli ultimi vent’anni si faccia da parte, lasciando tutto in mano ad altri? Si è mai visto un giovane in politica nel nostro Paese? Uno che la faccia davvero, uno che proponga e decida?

Basta dare un’occhiata a ciò che offre oggi la piazza. Nel Pdl il ritorno di Berlusconi dimostra ancora una volta che il 42enne Angelino Alfano è stato solo una controfigura. A sinistra le cose non vanno meglio: la vittoria del 61enne Pierluigi Bersani alle primarie ha riportato in auge una classe dirigente che, nonostante i vari cambi di nome del partito, è la stessa da quasi trent’anni. E il nuovo che avanza? Beppe Grillo di anni ne ha 64, e nessuno ha ancora capito, urla a parte, quale sia il programma del suo “Movimento 5 Stelle”.

Così, all’alba di un nuovo terremoto per la politica italiana, mentre i vecchi partiti sventolano la bandiera del ‘giovanilismo’ solo perché ‘giovane’ è la nuova parola d’ordine del sistema, Noi Giovani, quelli veri, rischiamo di ritrovarci ancora una volta senza rappresentanza, fuori dal Parlamento e dal governo, privati della possibilità di essere noi stessi in prima persona a prendere le decisioni che segneranno il futuro del Paese. Il nostro futuro, non certamente quello di chi oggi ha 70 anni e pretende di decidere come sarà l’Italia del 2030!

Quello di cui l’Italia ha bisogno: Noi Giovani

Di fronte a questo scenario la soluzione esiste: Noi Giovani dobbiamo smettere di delegare la rappresentanza dei nostri interessi e delle nostre esigenze a chi ha dimostrato di non saperli gestire. Il vero conflitto di interessi, quello di cui nessun politico parla perché tutti i politici oggi ne sono affetti, è quello generazionale. I nostri governanti di oggi sono tutti, a pieno titolo, nella seconda o nella terza età. Anche se in buona fede, essi saranno sempre portati a tutelare più gli interessi dei loro coetanei che quelli delle nuove generazioni.

Per questo, Noi Giovani dobbiamo occuparci personalmente di ciò che ci sta più a cuore: dobbiamo riprendere in mano direttamente il nostro presente e determinare il nostro futuro!

Da questa presa di coscienza nasce Noi Giovani. L’idea è quella di creare un movimento, non caratterizzato ideologicamente, che rappresenti tutti i giovani nella loro trasversalità, nelle loro differenze d’opinione e nei loro interessi. Che porti avanti un’agenda essenziale ma diretta ed efficace: proposte in ambito economico, sociale, civile ed educativo che svecchino questo Paese e concentrino investimenti e risorse su chi ha ancora la maggior parte della propria vita di fronte, liberandone le energie. Lo scopo è di fare dell’Italia un Paese per giovani, dove chi ha un minimo di ambizione – personale, familiare, economica – non debba mettersi in coda per cercare una raccomandazione presso il dinosauro di turno o preparare le valigie e trasferirsi all’estero. È ormai chiaro a tutti noi quanto sia inutile delegare a chi giovane non lo è più la realizzazione dei nostri sogni. Noi Giovani non solo vogliamo rappresentarci direttamente, essere la lobby, il sindacato, il partito di noi stessi, ma siamo anche convinti di essere gli unici, in questo momento storico, a poter interpretare il cambiamento di cui l’Italia ha assoluta necessità. La nostra ambizione è quella di imporre nella politica italiana una nuova agenda, che abbia al centro la vera questione del Paese, quella generazionale, e di portare all’interno delle istituzioni chi fino a ora è rimasto senza voce.

Noi Giovani siamo l’ultima speranza di un Paese in crisi. Siamo quello di cui l’Italia ha bisogno.

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